chiodo fisso: «il più piccolo degli orti è esso stesso compendio dell’intero Pianeta, una metafora tessuta da fibre vegetali, terra e acqua che ci insegna un modo responsabile di vivere il palcoscenico più grande, quello fatto di fiumi, montagne, mari, pianure. L’orto dona una visione privilegiata a chi lo coltiva. Serenità e una spolverata di saggezza. Così percorriamo le geometrie di ortaggi e ne usciamo pronti per affrontare le noie quotidiane»
Febbraio 2019
AUGH!
Il blog langue ma il progetto Pecora Nera è vivissimo.
Nell'era digitale però ciò che non è aggiornato rischia di esser dato per morto dunque: batto un colpo.
Molte volte mi è stato chiesto di parlare a proposito delle difficoltà di un percorso di decrescita felice legato all'agricoltura e alla montagna.
La difficoltà maggiore coincide con il maggior valore: “durare”. Rompere, iniziare, partire è paradossalmente il passo più breve. Continuare a camminare è la grande fatica. Quante rivoluzioni sono durate un'ora o un giorno?
Dopo undici anni di duro servizio molte cose sono cambiate ma sento di essere andato più a bersaglio, alla sostanza del cambiamento e non ai suoi simulacri. Forse anche per questo l'entropia comunicativa ha ceduto il passo ai silenzi del fare quotidiano.
In questo periodo io e Monica siamo impegnati con le potature nel frutteto, con la legna da tagliare, con le prime semine, un nuovo pollaio e il progetto di una serra speciale che non avrà molto da invidiare ai progetti di biosfere marziane.
Come ogni primavera abbiamo ripreso ad ospitare per brevi periodi. Per maggiori info visitate la sezione Ospitalità oppure scriveteci una email
Vi lascio con il link ad una mia intervista dalle risposte fuori le righe e con una foto da cui non si capisce molto se non che i lavori sono in corso!

IL BUON SELVAGGIO
da ottobre 2015 è in libreria il mio secondo libro, Il Buon Selvaggio.
Il Buon Selvaggio non sono io o l'ultimo indio dell'Amazzonia. Il Buon Selvaggio è dentro ognuno di noi e se vogliamo darci una mossa per cambiare le cose dobbiamo ascoltarlo.
Attraverso questo scritto vorrei stimolarvi ed interrogarvi sul rapporto tra l'Umanità ed il Pianeta, oltre le semplificazioni e le mistificazioni dei mass media. Quindi agricoltura e alimentazione, salute, mobilità alternativa, radici, relazioni di prossimità e solidarietà.
Se ci sono riuscito, me lo direte voi!
Il libro sarà disponibile presso le migliori librerie, e se non ce l'hanno ditegli che si diano una mossa e che lo procurino :-)
Di seguito una breve sintesi:
"Nell'anno di Expo l'idea di una vita secondo natura affascina sempre di più l’uomo moderno. Dal suo rifugio montano, lontano dai clamori della manifestazione milanese dove tutti si muovono e fanno polvere rimestando nel gran calderone della Green Economy, l'autore tenta una via più autentica e meno immediata alla sostenibilità. Il suo percorso parte dall'esperienza di contadino in felice decrescita per elaborare il manifesto del buon selvaggio. Nel suo podere, un frutteto che ricorda il Giardino dell’Eden fa da cornice a campi di cereali e legumi. Sulla tavola porta un'alimentazione scarna, integrale e frugale a prevenzione delle malattie del benessere. Tra le sue priorità il senso di appartenenza ai luoghi e alla comunità e tempo per annoiarsi. Il buon selvaggio non rifiuta la tecnologia ma accetta la sfida di un suo uso equilibrato, non lancia dogmi come macigni ma si pone domande e sperimenta uno stile di vita sempre aperto al confronto. Si districa tra gli inganni del vivere quotidiano elaborando una personalissima via alla felicità. A fare da sfondo, l'estremo rifugio di sempre: la Montagna – quelle Alpi segrete dove il buon selvaggio dei tempi moderni potrà rintracciare la solitudine terapeutica che in un continente sovrappopolato è un bene assai raro."
Un abbraccio a tutti i buoni selvaggi dei tempi moderni,
Devis
2015: OSPITALITA' PRIMAVERILE
cari amici!La vita a pecoranera continua e come ogni primavera chiediamo il vostro aiuto! Da marzo a giugno saremo felici di ospitare chi desidera darci una mano e conoscere la nostra realtà. La formula è quella classica del wwoofing: noi provvediamo a vitto e alloggio e voi ci aiutate nei lavori agricoli. Non è richiesta alcuna esperienza ma buona volontà e spirito positivo. L'alloggio è in paese, in una porzione di casa nostra. Avrete un letto vero e la doccia calda! Le serre, i campi e i frutteti si trovano nella prima campagna, appena fuori dal paese. I pasti sono prevalentemente vegetariani, a base di nostre produzioni integrate da acquisti biologici e locali. Si lavorerà assieme per sei ore al giorno circa, cinque giorni in una settimana. Il resto del tempo potrete trascorrerlo oziando o passeggiando tra le nostre montagne.
Rispetto agli anni precedenti non c'è un calendario prestabilito ma ci accorderemo direttamente. I lavori vanno da marzo a giugno. Il periodo di permanenza va da un minimo di una settimana a un massimo di due. Le attività sono più o meno queste:
- marzo: pulizia del bosco, trasporto legna, piantumazione alberi da frutto, vangatura degli orti e semina di aglio, cipolle, fave, piselli e orzo primaverile;
- prima metà di aprile: si lavora la terra e si seminano patate, piselli, carote, biete etc;
- seconda metà di aprile: si semina il mais, si lavora molto in orto e in serra per il trapianto dei pomodori;
- prima metà di maggio: si seminano i fagioli e si completano i lavori in orto;
- seconda metà di maggio e giugno: cura generale delle coltivazioni, ultime semine, controllo delle erbe infestanti e primi sfalci.
Altre informazioni le trovate sul sito alla pagina Ospitalità del nostro sito.
Per aderire:
Scrivete a info@progettopecoranera.it indicando il periodo che coincide con la vostra disponibilità. Vale chi scrive per primo!
Le alternative:
In Italia ci sono molte esperienze di decrescita e vita rurale, le trovate tramite la rete WWOOF (www.wwoof.it).
UNA SOLUZIONE PER LA TREBBIATURA DEI CEREALI
E' ciò che promette questa trebbia per piccole produzioni. L'aspettavamo da mesi dopo averla ordinata all'altro capo del mondo. Oggi abbiamo trebbiato il frumento e l'orzo raccolti lo scorso luglio. La battitura e la vagliatura dei cereali sono operazioni complesse e faticose se affrontate con i tradizionali metodi manuali, una trebbia come questa è capace di lavorare quintali di grano all'ora.
Si aprono ora prospettive interessanti. Il farro già cresce in campo, l'avena attende la primavera per essere seminata. Queste colture completano i fondamentali a tavola e permettono interessanti avvicendamenti colturali. E poi c'è la paglia che diventa pacciame per l'orto, lettiera per gli animali, materiale da costruzione.
pecoranera vista dalla luna!

PECORANERA, OGGI

pecoranera è un luogo fisico e uno spazio mentale.
al civico zero di via Provinciale, all'ingresso del paese di Raveo, trovate il luogo pecoranera. Salendo lo stradone che entra in paese rallentate un poco e guardatevi sulla destra: ecco che vedete una piccola casetta di legno ed una serra. Fermatevi, scendete, curiosate. Non ci sono recinzioni, la porta è aperta.

In questo posto da dieci anni accadono delle cose. Lavori agricoli per lo più, ma anche incroci di persone, strette di mano, chiacchiere, fuochi accesi nella stagione fredda. Sopra la casetta eccone una più piccola, è il pollaio. Se vi incamminate verso i campi, sul sentiero battuto in questi anni di duro lavoro, passate accanto ad un'altra serra prima di ritrovarvi ai piedi di una lunga spianata coltivata. La si alternano orti e campi, mais e fagioli, zucche e patate. E, poco sopra, sulla collinetta che domina il placido declivio, ecco un frutteto da poco piantumato.

il luogo pecoranera è la concretizzazione di un ideale di libertà per noi, Devis e Monica, che oggi portiamo avanti il progetto. La libertà che proviamo quando fatichiamo nei campi, l'ideale di vivere più in armonia con l'ambiente che ci circonda, coltivando il cibo di cui ci nutriamo, procurandoci la legna per riscaldare la casa, salendo in sella ad una bicicletta piuttosto che accomodarci in auto...

Attualmente abitiamo poco più su, in paese, ma pecoranera è il nostro centro di gravità permanente. E la stessa cosa vale per un amico, che abita più lontano, ma che tutte le settimane ci raggiunge per darci una mano.
Durante questi dieci anni pecoranera è stata un punto di riferimento anche per altre persone fino a creare un piccolo gruppo permanente per coltivare la terra assieme. Purtroppo quest'esperienza si è interrotta circa un anno fa e non sappiamo ancora se ci sarà un seguito, se pecoranera sarà ancora un progetto di comunità ecologica.
Certamente è una spazio accogliente per chiunque voglia passare a darci una mano nei periodi di ospitaltà.
Qui non troverete un giardino dell'Eden fatto e finito, una risposta a tutte le crisi che caratterizzano il nostro tempo, ma un tentativo piccolo e ostinato di pensare e vivere in comunione con la terra e il territorio.
se volete contattarci scrivete pure a info@progettopecoranera.it
DEVIS E MONICA
dimenticavo!
Per qualche anno ho tenuto vivo un piccolo blog raccontando le mie evoluzioni decrescitive. Se volete darci un'occhiata troverete interventi pregni di significato, altri divertenti, altri ancora di pura cronaca! Cliccate sui link qui sotto per vedere:
quest'anno
l'anno scorso
il duemiladieci
il duemilanove
il lontano duemilaotto quando mi licenziai
il lontanissimo duemilasette, ma che combinavo allora?
attualmente sono stato colto da blocco creativo post uscita del libro oppure non ho niente di così importante da dire. Ma... non dubitate! La vita vera va avanti e se la penna piange è anche perché sto mettendo a punto delle nuove monellate da pecoranera.
©2007 Progetto Pecora Nera